Come ritornare in forma dopo le vacanze

il periodo delle vacanze è quello che mette in assoluto a dura prova la nostra linea

sia le diete che un eccissivo surplus di allenamenti posso risultare negativi per raggiungere i propri obiettivi di fitness

Pima de dedicarci a come trovare riparo agli sgarri delle festività è sufficiente rispettare alcune semplici regolo.

1)DISINTOSSICARSI DOPO LE VACANZE

Di solito si tende a reagire con digiuni e diete ultra restrittive che possono rivelarsi deleterie, questo è il problema più grande! Quindi il vero obiettivo per chiunque pratichi fitness è il raggiungimento di un equilibrio naturale sia nella vita quotidiana che anche durante le vacanze

2) DIETA DOPO LE VACANZE

Gli aspetti essenziali per una corretta alimentazione sono

Evitare digiuni ed una eccessiva restrizione calorica non è una strategia vincente per soggetti che hanno uno stile di vita attivo, quindi si consiglia un periodo di transizione in qui un incremento sostanzioso di verdura e un consumo moderato di frutta possono costituire una densità calorica inferiore rispetto al periodo precedente per poi ritornare adeguatamente al proprio programma alimentare.

3) CONSUMARE PASTI REGOLARMENTE

Consumando dei pasti regolari si può ritornare ad avere un ottimo metabolismo bilanciare correttamente i macro nutrienti in ogni pasto , prediligere cotture naturali che favoriscono la digestione , depurare il fegato evitando l’alcol in eccesso, e con l’aiuto degli integratori a base di carciofo e cardo mariano possiamo aumentare gli effetti disintossicanti.

4) ALLENARSI REGOLARMENTE

Se hai ridotto l’allenamento durante le vacanze è untile ritornare al regime in maniera graduale. Se invece hai incrementato l’attività fisica sarebbe necessario un periodo di scarico per poi ritornare alla normale routine. Con questi semplici accorgimento sarà poi possibili ritornare in breve ad allenarsi in sicurezza ed in maniera efficace.

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Natural bodybuilding e Gerarchia del sovraccarico

Nel l’ultimo periodo con l’avvento dei social, la maggior parte delle persone, appassionate di natural body building, hanno avuto accesso a numerose ricerche scientifiche che trattano di programmazione dell’allenamento.E da qui, sempre più persone hanno iniziato a parlare di sovraccarico nel natural bodybuilding e di miglioramento di performance per ottenere risultati estetici.

Però molto spesso, si dimenticano o non sanno che queste progressioni devono essere impostate sopra dei concetti basici e immutabili, composti dalla piramide della gerarchia del sovraccarico.

gerarchia del sovraccarico progressivo

Sto parlando di una piramide dove troviamo alla base La forma, successivamente c’è l’intensità ed infine il carico.

La forma 

La forma è la modalità di esecuzione del gesto atletico che si svolge in sala ed è la base su cui impostare la nostra programmazione mirata al sovraccarico nel natural bodybuilding

forma ed esecuzione del natural bodybuilding
Coach Eugene Teo – Uno dei tecnici contemporanei più importanti

Essa si deve basare sul concetto di pattern motorio, ovvero lo svolgimento dello schema motorio assorbito interiormente, dove non c’è nessuna “fatica mentale” nel pensare come muoverci durante l’esercizio.

Il pattern motorio è figlio dello schema motorio e nipote dell’esercizio
Il pattern motorio è figlio dello schema motorio e nipote dell’esercizio

Infatti se l’esercizio è una serie di movimenti ed esecuzioni, lo schema motorio rappresenta l’esecuzione specifica e da essa, quando assimilata interiormente diventa un pattern motorio.

Un esempio per capir meglio questo concetto è sicuramente quando camminiamo.

Infatti essendo un pattern motorio che tutti noi svolgiamo quotidianamente, non pensiamo di contrarre i muscoli della gamba per portarla in avanti, ma bensì svolgiamo il movimento “senza pensarci su”.

Bene, anche nel bodybuilding dobbiamo lavorare nel interiorizzare i nostri schemi motori che si distinguono da ognuno di noi per le nostre caratteristiche scheletriche e muscolari. 

Per identificare lo schema motorio più adatto da utilizzare e per far lavorare in maniera ottimale il muscolo target, dobbiamo ragionare sul concetto di “Line of Pull”, ovvero il distretto che si attiverà di più sarà quello le cui fibre sono in linea con l’articolazione che si muove.

Per capir meglio questo concetto si fa sempre riferimento al ponte levatoio di un castello: ovvero se volessimo alzare un ponte levatoio di un castello con una corda, la tirereste da destra, sinistra o dal centro?

Bè, è scontato che la risposta sia dal centro e questo concetto deve essere applicato anche nello svolgimento dell’esercizio per attivare e massimizzare il lavoro sul distretto target.

Infine, la forma non deve mai essere compromessa e il suo miglioramento è costante e non è necessariamente soggetto a stalli nel tempo. 

L’Intensità nel natural Bodybuilding

Questo è la base del bodybuilding: L’effort, ovvero la capacità di generare intensità in ogni singola serie.

natural bodybuilding e intensità
Coach Eugene Teo – Uno dei tecnici contemporanei più importanti

Questa si deve applicare su un’ottima forma, per veicolarla sul muscolo target e  per non disperdere energia inutilmente.  Qui possiamo collegarci ad un altro articolo  che trovate sul sito,nella sessione: allenamento, dove viene descritto il concetto di intensità, in particolare del buffer  e del cedimento.

Come la forma, anche il miglioramento dell’intensità può essere costante e non soggetto a stalli nel tempo.

Inoltre anche nel mondo del natural bodybuilding si può raggiungere alti gradi di cedimento e recuperare tranquillamente da essi, ovviamente impostando la giusta programmazione e periodizzazione dell’allenamento.

l’importanza del carico nel natural bodybuilding 

Il carico è la punta della nostra piramide ed è l’ultimo elemento che possiamo e dobbiamo migliorare ma non deve essere inteso nel solamente caricare di più! I carichi devono aumentare nel corso della nostra carriera, ma  qui si sta indicando  principalmente  il miglioramento di performance su stimoli impostati.

natural bodybuilding e carico
Mattia Zanutto – Atleta La Forza

Quando impostate una programmazione, dovete ragionare sugli stimoli che volete dare e non sulle ripetizioni!!!

Gli stimoli possono essere racchiusi nei meccanismi ipertrofici composti dalla tensione muscolare, lo stess metabolico e il danno muscolare.

Vi consiglio di leggere anche questo articolo: dove si capisce nel dettaglio i principi dell’ipertrofia muscolare

Precisamente il volume DEVE essere impostato ragionando su quale stimolo si vuole ottenere.

Infatti le ripetizioni sono una risultante dell’intensità impostata per ottenere un determinato stimolo richiesto.

Ora facciamo un esempio per capirlo meglio:

Voglio svolgere un lavoro meccanico , perciò utilizzo un 8 RM a cedimento tecnico.

Il risultato sicuramente sarà di 8 ripetizioni pulite;

D’altro canto voglio ricevere uno stimolo metabolico e quindi lavorerò con un  range superiore ad un 20 RM.

È importante anche scegliere il giusto esercizio più adatto per lo stimolo che vogliamo dare.

Infatti se vogliamo fare un lavoro meccanico mi converrà utilizzare un multiarticolare, invece se vogliamo ricevere uno stimolo metabolico ci converrà utilizzare un lavoro di isolamento.

Infine dobbiamo ragionare sul recupero dallo stimolo dato.

Infatti la frequenza è un parametro collegato al volume e idealmente dovrebbe essere impostata nella maniera di ri-allenare un distretto non appena ha recuperato.

Conclusioni

La forma sono le nostre fondamenta su cui basarci per veicolare la nostra intensità.

Un’intensità ragionata su quale stimolo  vogliamo imporre per avere un adattamento ipertrofico e la progressione su questi stimoli impostati, con la gestione delle altre variabili e i parametri allenanti ci porterà il risultato richiesto.

Andrea Mazzoli
Atleta bodybuilder natural, Tecnico Project inVictus, Tecnico FIPE Strength Academy , Studente Rhino
Academy – Rhinocoaching (Italian Bodybuilding Academy Certified Fitness Instructor), Attestato da
Personal Trainer – Nonsolofitness.

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allenamento nel body building

Allenamento a Buffer o Cedimento ??

Premessa: prima di parlare di Buffer o Cedimento do una breve spiegazione sull’ Intensità Allenante

Come nel calcio, anche nel fitness c’è il famoso “derby”, giocato tra due concetti: il cedimento e il buffer.

Ma come capire su quale squadra puntare? 

Bè, per questo, prima dobbiamo capire chi sono i giocatori e quali sono le loro caratteristiche.

Allenamento a Buffer cos’è?

Quando si parla di buffer, si sta ad indicare quelle ripetizioni che non si svolgono, ma “si mantengono in canna” nello svolgimento della serie.

Facciamo un esempio per capirlo meglio: Il mio massimo di ripetizioni che riesco a fare con 100 kili sulla panca piana sono 10. Voglio lavorare a buffer e quindi con i miei 100 kili caricati, faccio la serie composta da 8 ripetizioni; In questo caso abbiamo uno scarto di 2 ripetizioni o detto in altre parole: “buffer 2”.

Questo approccio viene molto “pompato” nell’ambito del bodybuilding perché i vari tecnici sostenitori del lavoro a buffer, appoggiandosi sul concetto che la variabile principe dell’ipertrofia è il volume, preferiscono lavorare con un’intensità percepita bassa (buffer) per mantenere quanto più possibile il sistema nervoso centrale fresco, per macinare le tot serie impostate.

Buffer o Cedimento il problema di Fondo??

Il problema di fondo è che in questo caso, si svolgono numerose serie per dare uno stimolo target, il quale può essere ottenuto con meno set ma portandole a cedimento.

Inoltre i sostenitori del buffer affermano che il lavoro a cedimento porta a “cuocersi” subito il sistema nervoso centrare e quindi essere costretti a dover scaricare in modo frequente dall’allenamento.

Però si è visto che il recupero è direttamente collegato a quanto lavoro svolgiamo, infatti secondo voi si recupera prima da una maratona o da uno sprint di 400 metri?

Bè, ovviamente è molto più facile recuperare da uno sprint, e questo può essere applicato nella programmazione del body builder, ovvero cercare di dare uno stimolo target con meno serie possibili; questo ci permetterà di lavorare con un volume basso per gli standard moderni, ma di aumentare la frequenza, applicando lo stimolo più volte all’interno del nostro micro/macro ciclo (“concetto di multifrequenza”).

Inoltre il sistema nervoso centrale si abitua a lavorare a cedimento ed è sostenibile tranquillamente da un natural.

Buffer o Cedimento Quando è utile lavorare a buffer?

Le programmazioni impostate con lavori a buffer sono utili specialmente per gli atleti avanzati, che maneggiano carichi importanti per la loro struttura, e quindi conviene tenere margine dal cedimento perché l’impatto sarà comunque allenante.

Inoltre il buffer viene usato nelle programmazioni power-bodybuilding, ovvero approcci allenanti dove vengono impostate progressioni di carico sui multiarticolari, accompagnati da lavori di isolamento.

Questo approccio è ottimale se c’è un ottimo gesto tecnico ed un’ottima attivazione muscolare alla base degli schemi impostati.

Il problema di fondo è che in questo caso si ragiona sull’alzata e non più sui muscoli target da allenare.

Infatti il body builder non vuole diventare forte sullo squat, ma vuole utilizzare questo schema motorio per allenare le gambe.

Allenamento a Cedimento cos’è?

Quando si parla di cedimento, in genere si sta ad indicare il cedimento tecnico.

Allenamento a Buffer o Cedimento
Allenamento per l’ipertrofia

La scala dell’ rpe del body builder è differente da quello del powerlifter, infatti è composta nella seguente maniera:

Si parte dal buffer fino ad arrivare al cedimento tecnico, ovvero l’impossibilità di mantenere lo schema motorio pulito.

Successivamente abbiamo il cedimento concentrico, ovvero l’impossibilità di svolgere la concentrica (“provo a spingere ma il peso non sale”)

Dopo di ché c’è il cedimento isometrico, ovvero l’impossibilità di rimanere in una posizione concentrica (“provo a spingere ma il peso mi schiaccia ed inizio a scendere”)

Infine (difficile da raggiungere) troviamo il cedimento eccentrico, ovvero il famoso cedimento muscolare dove il muscolo è completamente neutralizzato e abbiamo un’impossibilità di sostenere il carico. (“muscolo annientato”).

Buffer o Cedimento Perché devo lavorare a cedimento?

Come insegna Charles Darwin, gli organismi per sopravvivere ad uno stressor esterno, si evolvono applicando tutti quei meccanismi che li porteranno alla sopravvivenza della specie.

Questo ragionamento può essere applicato nel mondo del bodybuilding??

Il nostro corpo per far fronte ad uno stressor esterno alla quale non è abituato, è costretto ad attivare tutti quei meccanismi che possiede per la sopravvivenza, ed è proprio il cedimento ad essere la scintilla che fa scattare questo processo di adattamento.

Buffer o Cedimento Cosa dice la letteratura scientifica??

Come afferma la letteratura scientifica, il meccanismo più importante per l’ipertrofia è la tensione meccanica e con il cedimento abbiamo la massima tensione applicabile sul muscolo che vogliamo ipertrofizzare. Di Seguito trovato lo studio che ne prova L’efficacia

  • https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4731492/

Questo approccio allenante deve essere applicato su un’ottima forma esecutoria, per dare un giusto stimolo al muscolo e per non inciampare su spiacevoli infortuni, specialmente se si maneggiano carichi importanti.

Infatti l’intensità deve essere applicata sopra una base motoria eccellente, la forma non deve essere mai compromessa nel raggiungere il cedimento, specialmente se si vuole superare il cedimento tecnico. 

Inoltre impostare la giusta intensità percepita ci permette di amplificare il lavoro sulle altre variabili dell’allenamento e il lavoro a cedimento è facilmente sostenibile, anche da un natural.

Se non si è in grado di spremersi, sicuramente si è carenti su questa variabile (intensità percepita) e quindi converrebbe impostare progressioni su di essa, la quale ci permetterà di avere adattamenti ipertrofici.

Oltre a ciò, se andiamo a vedere nell’atto pratico cosa si è fatto fino ad ora nel mondo del bodybuilding old school, anche osservando i “Bro” che ognuno di noi ha in sala, si noterà che quasi sempre lavorano a cedimento o pressappoco vicino ad esso.

Infatti, pur non avendo una programmazione impostata sulla periodizzazione e progressione delle variabili allenanti, lavorando a cedimento, li hanno portati inconsciamente, nel tempo, a migliore i loro parametri allenanti ed avere cosi risvolti positivi a livello estetico.

Vi invito a leggere questo contenuto dove vengoni spiegati e meccanismi che generano l’ipertrofia

  • https://www.projectinvictus.it/ipertrofia-un-adattamento-multifattoriale/

In conclusione

Per diventare grosso e tirato devo lavorare a buffer o a cedimento?

Dipende da moltissimi fattori come: lo stile di vita, lavoro, obiettivi, anzianità   di allenamento ecc…

  • Se per esempio sei una persona che svolge un lavoro impegnativo o hai appena iniziato a mettere piedi in palestra, non ha obiettivi agonistici e sfrutti la sala pesi per stare in forma, per fare attività motoria, la soluzione migliore sarebbe quella di sviluppare un lavoro ibrido, impostando progressioni a buffer su schemi motori di base come panca, squat, stacco, lento avanti, rematore bilanciere ecc..; accompagnati da esercizi di isolamento svolti casomai a cedimento tecnico.

Questo approccio power-bodybuilding è molto stimolante per le persone perché è un metodo di lavoro focalizzato su obiettivi concreti (obiettivi di performance), portandole ad avere un percorso più sostenibile e con il miglioramento delle prestazioni si otterrà un miglioramento estetico. 

  • Se invece, si è un atleta agonista, il cedimento tecnico è uno dei punti di partenza per considerare una serie qualitativa e su questa base bisogna modulare le altre variabili dell’allenamento.

Inoltre, in ambito agonistico se non si è disposti a raggiungere il limite, non si raggiungerà mai il proprio massimo potenziale, perché come in tutti gli sport, vince chi è pronto a fare cose che altri non sono disposti a fare e una prova vivente di questo concetto è sicuramente Cristino Ronaldo.

Andrea Mazzoli

Atleta  bodybuilder natural, Tecnico Project inVictus, Tecnico FIPE Strength Academy , Studente Rhino Academy – Rhinocoaching (Italian Bodybuilding Academy Certified Fitness Instructor), Attestato da Personal Trainer – Nonsolofitness.

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Bodybuildin i reali benefici di questo sport

Bodybuilding i reali benefici di questa disciplina

Scopriamo insieme i benefici dell’allenamento con i Pesi

Bodybuilding o cultura fisica…quanti, praticanti o meno, conoscono i reali benefici di questa disciplina che troppo spesso
viene etichettata ed utilizzata come metodo utile solo ad apparire o esaltare il proprio corpo? Quante volte
i frequentatori delle palestre vengono catalogati come “fissati” o “tutto muscoli e niente cervello”?

Bodybuilding i reali benefici di questa disciplina
Bodybuildin i reali benefici di questo sport


L’ignoranza del mondo esterno al bodybuilding (spesso anche di quello interno) è sicuramente il principale
motivo, ma basterebbe partire dal’ inizio e capirne il funzionamento basilare per comprendere i benefici
che derivano da questa attività. L’allenamento con i sovraccarichi punta ad aumentare la massa muscolare
e ridurre il tessuto adiposo (grasso corporeo) il tutto supportato da un’alimentazione adeguata.

Proviamo
ad impostare delle riflessioni non analizzando le cause di questo adattamento corporeo, ma focalizzandoci
sulle conseguenze dirette e indirette.

Un soggetto con una bassa percentuale di grasso e con una
muscolatura importante, al di là della mera estetica, che vantaggi ha nella vita quotidiana? Come reagisce il
suo organismo ai vari stress giornalieri?

Gli studi scientifici e le ricerche svolte su persone allenate parlano chiaro ed elencano tutta una serie di
miglioramenti diretti tra cui:
 aumento della forza
 aumento della resistenza muscolare
 miglioramento dei sistemi cardiovascolare, scheletrico e respiratorio
 rafforzamento di tendini e legamenti

trovate conferma in questo studio : https://link.springer.com/article/10.10007/s11932-002-0017-7

Ed è ben spiegato in questo articolo in inglese del Los Angeles Times : http://articles.latimes.com/2011/feb/13/health/la-he-adv-strength-training-20110213


Quelli elencati sono solo alcuni dei benefici e guardando ed interpretando tutto in ottica “quotidianità” e
volendo ridurre tutto a due sole parole, possiamo parlare di “efficienza fisica”.


Un fisico tipico del bodybuilding che possiede queste caratteristiche sarà in grado di incassare meglio gli stress cui siamo sottoposti
tutti i giorni, partendo da cose banali come affrontare una rampa di scale con le buste della spesa o
spostare un mobile senza sentirsi deboli, spossati e con l’affanno, arrivando a cose molto più gravi e serie.
Pensiamo ad un infortunio: troppe volte nelle persone sedentarie, da una situazione del genere, derivano
strascichi che vanno avanti per tutta la vita mentre in soggetti allenati (pensiamo ad un atleta) questo
succede di rado ed il recupero è quasi sempre completo.

di seguito trovate 2 studi molto importanti che ne confermano i benefici  

Concludendo possiamo dire che il messaggio da portare a casa è quello di non identificare il body building e
la pesistica con il soggetto enorme, oliato e svenato che ci viene propinato da social, riviste e poster. Il
focus deve essere il miglioramento della prestazione inteso come salute e capacità di affrontare la vita nel
pieno delle proprie forze. In poche parole: alleniamoci per stare bene!

Tommaso Ricci

istruttore body building e personal trainer certificato ASI e MSP Italia

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